La MIlly Buonanno direbbe che ho sviluppato una sorta di relazione parasociale! E come darle torto! Mi son affezionata agli Aram Quartet ed ora che hanno vinto , sono proprio orgogliosa di loro! Hanno fatto davvero un ottimo lavoro! Alcuni sociologi affermerebbero che un simile comportamento presenta degli aspetti patologizzanti ed è segno di un qualche squilibrio psichico; altri ancora direbbero invece che è il normale effetto della funzione di integrazione sociale sviluppata dai media. Io, dal canto mio, mi limito semplicemente ad ammettere ( vergognandomi tra l'altro) che li ho seguiti costantemente perchè un po' li ammiro e un po' li invidio; anzi più che altro li invidio. E non perchè hanno saputo mettersi alla berlina o hanno saputo sfruttare un 'occasione. In realtà li invidio perchè nei loro sguardi non c'è ancora la disillusione!
Non ho mai seguito i reality in televisione; ho provato, ma dopo appena dieci minuti di trasmissione, mi assaliva la noia ed ero costretta a cambiare canale. Diverso è il discorso per i talent! Da cantante improvvisata che sono, ho sempre nutrito una certa solidarietà nei confronti di chi partecipava a questi programmi. Mi divertiva poter dare libero sfogo alla mia vena critica e alla voglia di confronto e trovare nuovi spunti e nuove idee da cantare; insomma ho sempre portato avanti una specie di processo di immedesimazione con i partecipanti. Ed anche questa volta è successo così! Anzi questa volta mi sono appassionata il doppio, perchè ho trovato x factor un prodotto mediatico molto ben costruito, equilibrato e più educativo rispetto ad altri talent, come ad esempio Amici. X factor ha proposto un'immagine positiva della gara, non perbenista, ma molto sana. Le discussioni che si sono accese durante le dirette vertivano su disquisizioni puramente musicali e di spettacolo, non su pettegolezzi e malelingue. E forse è proprio per questo che gli ascolti del programma non sono mai stati stratosferici! è un format troppo elegante per poter incuriosire la popolazione media italiana che , a quanto pare, viene attratta dallo scandalo e dalle diatribe insensate. Anche la selezione del repertorio musicale è stata molto meno commerciale del previsto: si è spaziato tra i generi e gli stili, proponendo una panoramica della storia della musica pop completa ed accattivante.
Finale più azzeccato non potevo immaginarlo! E non soltanto per questo mio tifo sfegatato per gli Aram (tanto di cappello!), bensì perchè la vittoria è andata a ciò che di meno scontato vi fosse nella scuderia del programma. Aldilà delle doti vocali che hanno dimostrato nel corso delle puntate, gli Aram sono effettivamente un prodotto che schizza fuori dagli schemi: sono un gruppo vocale, dalle tinte forti e caricate, ma non cantano a cappella, nè tanto meno si avvalgono di un aspetto da boyband. Inoltre il brano inedito che Morgan ha scritto per loro non è certo quello che si suol dire un pezzo riadofonico; è un pezzo d'impatto sì, ma fortemente destabilizzante sia sotto il profilo melodico che sotto quello letterario. Eppure gli Aram hanno vinto, scalzando dal podio lo stereotipo del teenager alle prime armi e quello del cantautore impegnato di provincia.
Ed ecco che ritorna a farsi sentire l'invidia! é la mia un'invidia simpatica verso le persone che, nonostante sappiano com'e il mondo dei riflettori, non si scoraggiano; nonostante sappiano che in pochi arrivano davvero e attraverso strade diverse da quella che hanno imboccato, decidono di proseguire, anche solo per la curiosità di vedere dove si va a finire; e nonostante dubitino dell' ambiente dello spettacolo e delle promesse troppo facili, sono capaci di dire "perchè no", considerare la vita una somma di esperienze, e scendere a compromesi serenamente. Ed anche se prima o poi arriverà la consapevolezza che quella specifica esperienza non è stata che una parentesi, l'avranno comunque messa in saccoccia e ne avranno fatto tesoro. Ogni viaggio intrapreso è una marcia in più che abbiamo, un insegnamento che abbiamo avuto il coraggio di accettare, magari scombinando un po' i nostri progetti futuri.
Negli Aram Quartet ho notato questa apertura verso l'imprevisto; e forse per questo sono stati ampiamente premiati. Ho visto un "io voglio fare questo, come non ha importanza, io lo voglio fare". è una filosofia che ho iniziato ad esplorare da poco e mi sorprendo di me stessa quando, di tanto in tanto, anche io mi scopro a ragionare in questi termini. Purtroppo, o per fortuna, è uno stile di vita che ancora non mi appartiene pienamente e che, molto probabilmente, non sentirò mai del tutto mio, ma che invidio dannatamente perchè conduce, volenti o nolenti, alla sperimentazione e al rinnovamento.
Quindi bravi Aram!E se MIchele mi vuole sposare, io accetto.....

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