giovedì 29 maggio 2008
ogni volta che scrivo.....
I miei racconti, sempre se racconti li si possa definire, sono cronache di mesi di pensieri fitti fitti appuntati su foglietti di carta colorata; sono resoconti di lacrime e sorrisi lasciati a dormire tra le pagine di un libro. Dentro si muovono volti tanto diversi, ma dai profili così somiglianti da mischiarsi e confondersi insieme fino a diventare i due capi di un unico filo teso sopra miriadi di vite. Tra le mie giornate vi è un legame trasparente, invisibile al primo sguardo, tanto leggero e volubile da sembrare pressoché inesistente; è come il tratto grigio di una matita che collega momenti turbinosi e travolgenti, e notti, giorni, giorni, e notti luminosi e scintillanti. Le mie parole hanno l'essenza giocosa di un'estate trascorsa ai bordi di quella placida follia che ti inietta nelle vena l'irrefrenabile voglia di scrivere e arrestare il tuo tempo sulla carta. Dietro tre puntini di sospensione ho nascosto un amore sottile, ma così sottile che, forse, commetto un errore nel chiamarlo amore. Ecco, probabilmente scrivo per errore, un errore così inevitabile e scontato nel quale sono inciampata ingenuamente, cadendo in quella ragnatela che io stesso avevo iniziato a tessere. Una dopo l'altra, le mie frasi formano una storia, la storia di una storia che non ci sarà più, ma che non c'è più già adesso, anzi che in fondo non c'è mai stata, e che, magari, da un momento all'altro, senza preavviso, comincerà ad esistere definitivamente, splendendo di luce propria. E quando rileggo ciò che scrivo, riesco ad intravedere un dolore piccolo e grazioso che, spesso, mi appare quasi piacevole, così rassicurante e sopito da farmi innamorare. Ma poi, leggendo tra le righe, scorgo anche istanti nei quali la felicità altro non è che la routine quotidiana e la noia diventa solo un diversivo a tanta soffocante spensieratezza. Sì, ogni volta che scrivo ,alla memoria mi sovvengono risate a crepapelle, bagliori, occhi lucidi, mani, labbra, lunghi silenzi traboccanti di serenità, raffiche di discorsi solo all'apparenza insensati, sospiri che fremono dall'urgenza di dire qualcosa. Però poi mi ricordo delle mie tante battaglie perse in partenza, delle taglienti incomprensioni nelle quali mi crogiolo, delle coincidenze meno fortunate e delle possibilità che ho sprecato. E allora capisco che in realtà ogni volta che scrivo tento soltanto di raccontare il mio universo vivibile.
Vicino
Ho fatto un giro strano oggi per tornare a casa. Ho camminato e camminato. Ho percorso tutto il Corso fino in cima; ho costeggiato la biblioteca comunale e mi sono diretta verso la fortezza. Ho allungato la strada sì, ma ero alla disperata ricerca di un'aria più fresca e leggera, un'aria che non si appiccicasse sulla pelle come resina; un'aria che penetrasse il cervello e lo sgomberasse da tutto, per poter accogliere un po' di sano vuoto. Ma dopo un giorno così, il vuoto non si addice alla mia persona e allora ho semplicemente lasciato che questo vento caldo mi scompigliasse i capelli e i pensieri, confondendomi le idee come a me piace. Ho ragionato su cosa significhi il termine "vicino". Negli ultimi tempi sono fuggita da qualsiasi tipo di vicinanza, fisica e non. Ritenevo potesse essere pericoloso e temevo di svegliarmi ancora una volta e scoprire all'improvviso che ciò che più avevo sentito vicino, in pochi attimi, era fuggito a millle miglia di distanza, creando un varco che mai avrei potuto oltrepassare da sola. Ma succede così! Dal nulla le paure si annullano e stemperano i loro effetti. E allora riscopri quanto possa essere inebriante perdersi nelle parole altrui, realizzando che proprio in quelle parole ritrovi un po' di te stesso. E senti a due passi da te, anche solo per un brevissimo squarcio di tempo, chi transita ditrattamente sullo sfondo della tua quotidianità. Ed allora ti fermi ed ascolti. E non così tanto per fare. Ascolti perchè effettivamente ti ritrovi a dar vita alle parole che senti, ad immagazzinarle nella memoria. E provi stupore...
FABIO AVEVI RAGIONE
"Bea entriamo qui in questo negozio; devo comprare una collana colorata da abbinare al vestito nero"... Entriamo e ci dirigiamo nella zona cianfrusaglie. Alla radio una canzone: "Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù....". Sguardo d'intesa. Voce inconfondibile. Maschile. Franco Battiato. A questo punto che dire: FABIO AVEVI RAGIONE!!!!!......
mercoledì 28 maggio 2008
ho disegnato
Sfumati di verde e bagnati d'argento
ho disegnato i tuoi occhi con cura
fermando nell'ambra il momento più denso
in cui la realtà vivacizza la tela
Intrisa di echi intatti e silenti
ho diseganto radiosa una voce
che ha già rinunciato tra suoni sconfitti
al suo privilegio di esser felice
Ridotto ad un frivolo gioco di stile
ho disegnato la forma di un gesto
che splenda di luce già primaverile
che possa sentirti se gridi "io esisto"
Ed imitando un'incerta cadenza
ho disegnato i pensieri più vani
perchè non svaniscano con la tua assenza
ma stridano intensi romai fino a domani
E riordinando quei miei tentativi
ho compreso che, sì, ti assomigliano un poco
e che in questo marasma impaziente rivivi
infrangendo le regole imposte dal gioco
Ma è meravigliandomi che ho riscoperto
in preda a una gioia così elementare
che forse da te ho preteso un po' troppo
ma non abbastanza da dimenticare.
ho disegnato i tuoi occhi con cura
fermando nell'ambra il momento più denso
in cui la realtà vivacizza la tela
Intrisa di echi intatti e silenti
ho diseganto radiosa una voce
che ha già rinunciato tra suoni sconfitti
al suo privilegio di esser felice
Ridotto ad un frivolo gioco di stile
ho disegnato la forma di un gesto
che splenda di luce già primaverile
che possa sentirti se gridi "io esisto"
Ed imitando un'incerta cadenza
ho disegnato i pensieri più vani
perchè non svaniscano con la tua assenza
ma stridano intensi romai fino a domani
E riordinando quei miei tentativi
ho compreso che, sì, ti assomigliano un poco
e che in questo marasma impaziente rivivi
infrangendo le regole imposte dal gioco
Ma è meravigliandomi che ho riscoperto
in preda a una gioia così elementare
che forse da te ho preteso un po' troppo
ma non abbastanza da dimenticare.
sonetto di fine estate
Conserverò solo metà dei ricordi
e li affido a chi so che potrà custodirli
tra le mani ho la cosa più bella del mondo
perchè più la stringo, meno la possiedo
stella, ti vorrei nel mio mare torbido
so soltanto che non saprò mai come dirtelo
specie quando le distanze annegano il cuore
ed il gelido grecale che mi pervade
e la mia percezione va controcorrente
se l'instabilità ha una sua scia devastante
schiererò l'impazienza e l'orgoglio in battaglia
e poi mi adagerò nella voglia di perderla
tu regalami i giorni di cui non ti penti
le sorprese ed i cieli di attese ridenti
sono frivola e mi sazio solo di nuvole
anche se so che non si vive di poche briciole
se anche il tempo trascorre ma non mette fretta
te ne affido metà, è tutto ciò che mi resta
e li affido a chi so che potrà custodirli
tra le mani ho la cosa più bella del mondo
perchè più la stringo, meno la possiedo
stella, ti vorrei nel mio mare torbido
so soltanto che non saprò mai come dirtelo
specie quando le distanze annegano il cuore
ed il gelido grecale che mi pervade
e la mia percezione va controcorrente
se l'instabilità ha una sua scia devastante
schiererò l'impazienza e l'orgoglio in battaglia
e poi mi adagerò nella voglia di perderla
tu regalami i giorni di cui non ti penti
le sorprese ed i cieli di attese ridenti
sono frivola e mi sazio solo di nuvole
anche se so che non si vive di poche briciole
se anche il tempo trascorre ma non mette fretta
te ne affido metà, è tutto ciò che mi resta
relazioni parasociali
La MIlly Buonanno direbbe che ho sviluppato una sorta di relazione parasociale! E come darle torto! Mi son affezionata agli Aram Quartet ed ora che hanno vinto , sono proprio orgogliosa di loro! Hanno fatto davvero un ottimo lavoro! Alcuni sociologi affermerebbero che un simile comportamento presenta degli aspetti patologizzanti ed è segno di un qualche squilibrio psichico; altri ancora direbbero invece che è il normale effetto della funzione di integrazione sociale sviluppata dai media. Io, dal canto mio, mi limito semplicemente ad ammettere ( vergognandomi tra l'altro) che li ho seguiti costantemente perchè un po' li ammiro e un po' li invidio; anzi più che altro li invidio. E non perchè hanno saputo mettersi alla berlina o hanno saputo sfruttare un 'occasione. In realtà li invidio perchè nei loro sguardi non c'è ancora la disillusione!
Non ho mai seguito i reality in televisione; ho provato, ma dopo appena dieci minuti di trasmissione, mi assaliva la noia ed ero costretta a cambiare canale. Diverso è il discorso per i talent! Da cantante improvvisata che sono, ho sempre nutrito una certa solidarietà nei confronti di chi partecipava a questi programmi. Mi divertiva poter dare libero sfogo alla mia vena critica e alla voglia di confronto e trovare nuovi spunti e nuove idee da cantare; insomma ho sempre portato avanti una specie di processo di immedesimazione con i partecipanti. Ed anche questa volta è successo così! Anzi questa volta mi sono appassionata il doppio, perchè ho trovato x factor un prodotto mediatico molto ben costruito, equilibrato e più educativo rispetto ad altri talent, come ad esempio Amici. X factor ha proposto un'immagine positiva della gara, non perbenista, ma molto sana. Le discussioni che si sono accese durante le dirette vertivano su disquisizioni puramente musicali e di spettacolo, non su pettegolezzi e malelingue. E forse è proprio per questo che gli ascolti del programma non sono mai stati stratosferici! è un format troppo elegante per poter incuriosire la popolazione media italiana che , a quanto pare, viene attratta dallo scandalo e dalle diatribe insensate. Anche la selezione del repertorio musicale è stata molto meno commerciale del previsto: si è spaziato tra i generi e gli stili, proponendo una panoramica della storia della musica pop completa ed accattivante.
Finale più azzeccato non potevo immaginarlo! E non soltanto per questo mio tifo sfegatato per gli Aram (tanto di cappello!), bensì perchè la vittoria è andata a ciò che di meno scontato vi fosse nella scuderia del programma. Aldilà delle doti vocali che hanno dimostrato nel corso delle puntate, gli Aram sono effettivamente un prodotto che schizza fuori dagli schemi: sono un gruppo vocale, dalle tinte forti e caricate, ma non cantano a cappella, nè tanto meno si avvalgono di un aspetto da boyband. Inoltre il brano inedito che Morgan ha scritto per loro non è certo quello che si suol dire un pezzo riadofonico; è un pezzo d'impatto sì, ma fortemente destabilizzante sia sotto il profilo melodico che sotto quello letterario. Eppure gli Aram hanno vinto, scalzando dal podio lo stereotipo del teenager alle prime armi e quello del cantautore impegnato di provincia.
Ed ecco che ritorna a farsi sentire l'invidia! é la mia un'invidia simpatica verso le persone che, nonostante sappiano com'e il mondo dei riflettori, non si scoraggiano; nonostante sappiano che in pochi arrivano davvero e attraverso strade diverse da quella che hanno imboccato, decidono di proseguire, anche solo per la curiosità di vedere dove si va a finire; e nonostante dubitino dell' ambiente dello spettacolo e delle promesse troppo facili, sono capaci di dire "perchè no", considerare la vita una somma di esperienze, e scendere a compromesi serenamente. Ed anche se prima o poi arriverà la consapevolezza che quella specifica esperienza non è stata che una parentesi, l'avranno comunque messa in saccoccia e ne avranno fatto tesoro. Ogni viaggio intrapreso è una marcia in più che abbiamo, un insegnamento che abbiamo avuto il coraggio di accettare, magari scombinando un po' i nostri progetti futuri.
Negli Aram Quartet ho notato questa apertura verso l'imprevisto; e forse per questo sono stati ampiamente premiati. Ho visto un "io voglio fare questo, come non ha importanza, io lo voglio fare". è una filosofia che ho iniziato ad esplorare da poco e mi sorprendo di me stessa quando, di tanto in tanto, anche io mi scopro a ragionare in questi termini. Purtroppo, o per fortuna, è uno stile di vita che ancora non mi appartiene pienamente e che, molto probabilmente, non sentirò mai del tutto mio, ma che invidio dannatamente perchè conduce, volenti o nolenti, alla sperimentazione e al rinnovamento.
Quindi bravi Aram!E se MIchele mi vuole sposare, io accetto.....
martedì 27 maggio 2008
pianerottoli
Ci sono cose o persone che restano sempre uguali a se stesse. Per quanto possano modificare il loro aspetto o intraprendere strade talvolta impensabili, non cambiano di una virgola. E questo non è sempre così rassicurante come si pensa. Perchè sono proprio queste persone che ti danno la misura di quanto sia tu ad essere cambiato, spesso in modo radicale e irreversibile. E per prendere atto dei propri cambiamenti, si deve sempre, inevitabilmente, fare qualche bilancio. E non so voi, ma a me i bilanci mettono tristezza. Mi rimandano a una qualche porta che si chiude; e per quanto in ognuno di noi esista la consapevolezza che per ogni porta che si serra, prima o poi, si apre un portone, si è giocoforza costretti a transitare dalla fase "pianerottolo", vale a dire il momento in cui senti il rumore della serratura che si chiude alle tue spalle, ma ancora non hai le chiavi della serratura che ti ritrovi di fronte. E lì, sul pianerottolo, non ti resta che aspettare ed ingannare l'attesa leggendo i nomi scritti sui campanelli.
lunedì 26 maggio 2008
Entusiasmi
L'entusiasmo è tipico dell'inizio...Quando ci si imbatte in qualcosa di nuovo, e si decide di iniziare un percorso, spesso si è impauriti; ma accanto allo spavento, nasce anche una sorta di trepidazione difficile da gestire. Un'irrefrenabile voglia di arrivare in fondo, di voler tutto e subito, di saltare le tappe intermedie. Ed un po' per timore, un po' per l'accesa curiosità di guardare oltre, ci si dimentica quanto sia bello prendersi cura delle piccole cose; accudire se stessi e le proprie inclinazioni; annaffiare le proprie ambizioni per evitare che appassiscano sul davanzale.
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